Gli abeti di Nord Est. La tempesta Vaia

Tolmezzo, 5 dicembre 2020

Il cortometraggio “Gli abeti di Nord Est. La tempesta Vaia” nasce dal testo originale di Loria Orsato, adattato dagli studenti dell’IPSS “B. Montagna” di Vicenza. L’obiettivo era quello di dare voce e una forma alle sensazioni e ai pensieri in un abete rosso: un nuovo punto di vista per narrare ciò che è avvenuto nei boschi del Triveneto tra il 28 e il 29 ottobre 2018. Non si è raccontata una sconfitta, ma piuttosto si è dato spazio alla speranza di una ricrescita più sana e variegata del bosco: la natura che ancora una volta maestra dell’uomo.

Questo lavoro nasce come un puzzle, è doveroso ringraziare Loria Orsato che ha portato la scatola e ha composto il nucleo. La carica delle musiche originali di Fiamma Velo ha dato armonia; la voce narrante di Eros Zecchini i colori, e il testo finale, scritto da Giorgio Hullweck, gli ultimi pezzi senza i quali un puzzle non sarebbe stato completo. Il tocco magico è stato regalato da Alessandro Meggiolan (dell’Adifly s.r.l. di Vicenza) che ha girato le incantevoli immagini dall’alto.

La composizione è stata opera di alcuni studenti, ormai ex studenti, dell’IPSS Montagna di Vicenza: Riccardo Dalle Rive, Gianni Meneghini e Daniele Pavan, seguiti dal Professor Alberto Rigno e dalla Professoressa Annalisa Scapin, e con il supporto della Dirigente Scolastica Dottoressa Alessandra Zola. Proprio loro, gli studenti, si sono arrampicati sulle montagne altopianesi per riprendere i pensieri dell’abete protagonista e hanno dato vita al racconto. Ripensando a quella fredda mattinata di riprese nei boschi distrutti da Vaia, sovviene un pensiero di Mario Rigoni Stern, (da Stagioni, 2006): “Anche se l’inverno sembra tutto mortificare, nella nuova luce del bosco si riprende a vivere. Camminando immersi in quel bianco di luce propria, tra gli alti tronchi muschiati d’argento, pure il tempo diventa irreale e vivi in un mondo metafisico come dentro un sogno: non ha più peso il tuo corpo, non è faticoso il passo e cammini vagando da pensiero a pensiero. In un infinito tra gli alberi innevati anche le cose della vita appaiono più chiare”.